sabato 13 ottobre 2012

Gli occhi mi aspettavano


Oggi, dopo quasi un mese ho riscoperto il piacere di alzarmi di sabato mattina tardi e fare le cose con calma. Gli ultimi sabati li avevo tutti trascorsi in alberghi vari col pensiero a cosa dire nel corso di relazioni a congressi. Per la prima volta mi sveglio e faccio le cose con calma, senza pensare a slide, giacche, microfoni e bla bla bla.
E così facendo le cose con calma, mi sono accorto che siamo in autunno. Non è stata solo la pioggia che vedevo e sentivo battere fuori dalla finestra a ricordarmelo, ma sono comunque stati i miei occhi. Stamattina mi sono guardato allo specchio e i miei occhi mi hanno ricordato che l’estate è finita, anche se sto ancora in maglietta. Come ogni ottobre, i miei occhi hanno cambiato colore. Ieri vedendo un film sentivo che gli occhi e i polpastrelli delle dita sono l’unica cosa del tutto originale in ognuno di noi, almeno dal punto di vista fisico-genetico. Non so se sia vero, ma mi sembra una bella cosa da pensare. Ad ogni modo, i miei occhi, come accade ogni anno, hanno progressivamente mutato colore, passando da un verde più chiaro ad un più scuro con venature marroni. D’estate ricorda un’oliva greca, di quelle grosse, polpose, verde chiaro come il mare. Succede per via del sole e del sale marino. Poi d’autunno diventano come olive più scure, più sicule, che sanno più di corteccia, impastate di un marrone di legno di mobili antichi.
E’ un po’ come se i miei occhi fossero stati lì ad attendere che io mi fermassi e mi accorgessi di loro, mentre cambiavano. “Fatti tutti i tuoi giri Antonio !.. parla di qua e di là dottore!.. che nel frattempo che tu parli noi ci prepariamo a ricordarti che è diventato autunno… Il tuo bel tablet ti segna ogni giorno quanti gradi ci sono e che tempo farà in settimana. Il tuo bell’ aggeggio elettronico che ti porti sempre dietro e tieni pulito in modo ossessivo ti segna gli impegni settimanali, e ti dice che l’anno é fatto oramai di due stagioni, l’inverno e l’estate, con due brevi spazi di vacanza a Natale ed Agosto, in mezzo alle cose che rincorri. Noi, i tuoi occhi, siamo sempre qui a ricordarti quanto cambi nel corso dell’anno.. A ricordarti che la tua vita è fatta ancora di aria e di terra.. e questa aria e questa terra sono pastose.. e ti cambiano, mentre tu non te ne accorgi..” .
Naturalmente mi è tornato in mente il protagonista di “Uno, nessuno e centomila” che si guarda allo specchio e scopre di avere il naso storto.
Ma ancora di più mi è tornato in mente che l’autunno è marrone. E’ marrone perché è fatto di castagne e di foglie secche. Soprattutto è marrone perché quando all’asilo mi facevano fare i quadretti con le foglie secche e il collage, di solito li coloravo di marrone e verde scuro. Ora capisco che li coloravo come i miei occhi.
E capisco anche che il nostro corpo è un equilibrio strampalato e sottile tra passato vissuto e futuro immaginato. E questo passato e questo futuro li mette in contatto con l’ambiente che sta intorno oggi nel presente. I nostri ricordi di ciò che è stato e i nostri desideri di ciò che forse verrà si impastano con l’aria, con la pioggia, con la terra di oggi. E così gli occhi cambiano colore. 
A ricordare che cambiamo e restiamo uguali. A ricordare che questi cambiamenti e queste similarità li dovremmo assaporare come la parte più vera di noi. 
I miei occhi ogni anno cambiano di colore e sono la firma unica e irripetibile che la natura e la vita hanno scritto su di me.  
I nostri ricordi di ciò che è stato e i nostri desideri di ciò che forse verrà si impastano con l’aria, con la pioggia, con la terra di oggi. E così gli occhi cambiano colore. 

martedì 9 ottobre 2012

un racconto forse... o forse piú...

Da un pó di tempo penso al fatto che un weekend di questo 2012 potrebbe essere utile a raccontare l'Italia.. mi verrebbe vogliandi scriverci su un romanzo o un insieme di racconti.. forse 4.. tutti accumunati dall' essere ambientati nel weekend del 20 maggio.. in quei giorni ci furono  4 eventi particolari: le prime scosse di terremoto in emilia, lo scoppio di una bomba alla scuola Morvillo di Brindisi in cui morí una giovane ragazza innocente, le elezioni comunali in diverse cittá tra cui Palermo, e l'ultima partita di Del Piero. 4 eventi tra loro molto diversi, ma che racchiusi nello spazio di 3 giorni credo raccontino bene il nostro Paese tra pancia e cervello... non so se sarebbe meglio farne un insieme di 4 raccontini o un romanzo corale, ma credo che la materia ci sarebbe... ci ripensavo un paio di settimane fa quando dopo tanti anni mi é successo di prendere alcuni treni... particolarmente uno: il Milano-Lecce, che attraversa tutta l'Italia nella dorsale adriatica.. pensavo ad uno che torna da Torino in Puglia per votare e nel frattempo che attraversa l'Emilia colpita dal terremoto sente della bomba di Brindisi e dell'ultimo goal del suo mito calcistico... pensavo al dolore, alla paura, alla rabbia ed al coraggio che potrebbero animare questa persona, simbolo di un'Italia ferita che vorrebbe tanto rialzarsi, ma nessuno le dice come fare e se ha ancora la forza per poterlo fare perché tutti le  dicono che é in crisi e non puó piú fare nulla... raccontare una crisi che attraversa l'Italia attraverso la crisi di quell'individuo, in quello specifico weekend...